Lavoratori introvabili nella ristorazione: reddito di cittadinanza o stipendi bassi?
Lavoratori introvabili nella ristorazione? La colpa è del reddito di cittadinanza! O quantomeno è quello che ultimamente si sente vociferare, senza un se e senza un ma… Ma mai come in questo periodo, niente fu più vero: annunci a gogò nel campo ristorativo senza uno straccio di risposta o meglio, qualche risposta c’è ma fa leggermente rabbrividire! Ma vediamo insieme cosa sta accadendo in questi ultimi mesi!
Ho raccolto interviste, commenti, dichiarazioni e “fatti” di questi ultimi mesi, per tirare una conclusione che non è proprio quello che vuole sembrare! Da un lato, i ristoratori che si lamentano di lavoratori introvabili nella ristorazione, dando colpa al Reddito di Cittadinanza e dall’altro i lavoratori ed ex lavoratori nel campo che si lamentano di buste paga inesistenti, paghe basse, nessun benefit, extra NON dovuti e chi più ne ha, più ne metta! Ma la realtà dei fatti, quindi, dove si trova? Chi ha ragione?
Ristoratori vs Lavoratori Introvabili nella ristorazione
Se vogliamo sdrammatizzare la situazione, sembra quasi di assistere ad una puntata di Ciao Darwin: Ristoratori vs Lavoratori Introvabili, ma qui non c’è molto da scherzare; semplicemente perché, in questo caso abbiamo un comparto (quello della ristorazione!) che sta cercando di ripartire dignitosamente dopo quasi due anni di pandemia Covid19, con una carenza paurosa di personale.
Al momento la ricerca di lavoratori introvabili nella ristorazione riguarda camerieri, pizzaioli, cuochi, baristi, lavapiatti per la stagione estiva e non solo: insomma, un intero comparto alla deriva. Ma ecco arrivare la risposta da parte del segretario regionale della CGIL Gesmundo, che ha analizzato vari aspetti della questione, sottolineando nel caso specifico che “i lavoratori introvabili nella ristorazione, non sono imputabili al percepimento del Reddito di Cittadinanza, ma a parecchi casi in cui prevale il lavoro nero, grigio ed il sotto pagamento“. A dare un fondamento a questa teoria, c’è anche un dato che arriva dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dove su quasi 1000 lavoratori il 40% risultava in nero e su 892 attività di ristorazione, ben il 76% è risultata irregolare!” e si legge in più che “Il Reddito di Cittadinanza che riguarda i minori di 25 anni, interessa solo il 3% della popolazione italiana“.
La conversione del personale
Quindi? Il giusto dov’è ora? La situazione dei lavoratori introvabili nella ristorazione si fa sempre più complessa oppure no? Abbiamo appurato che alcuni ristoratori “furbetti” hanno fatto si che la colpa ricadesse sul Reddito di Cittadinanza e sulla mancata voglia di lavorare e che tanti di questi, un bell’esame di coscienza non l’hanno ancora fatto. Ma tutti quei ristoratori in regola che, invece, hanno problemi di lavoratori introvabili nella ristorazione? Beh, qui sorge un’altra problematica, quella della “conversione del personale“!
La pandemia covid, purtroppo, ha lasciato a casa tanti lavoratori nel settore ristorativo: dal cameriere al barista, dal lavapiatti al cuoco e così via; ognuno di loro con spese, pagamenti imminenti, mutui, finanziamenti, hanno “cambiato rotta” per continuare a vivere (o sopravvivere) dignitosamente. Tanti di questi sono passati dalla ristorazione all’artigianato, all’industria, all’agricoltura, insomma, a settori più “affidabili” in tempi di covid. Infatti, il presidente dei ristoratori Ascom Vottero ha dichiarato “Il nostro settore non è più così affidabile!”, imputando questa instabilità alle aperture/chiusure di tutti i locali in seguito ai vari DPCM emanati.”
Perché la colpa al Reddito di Cittadinanza
E’ pur vero però, che tanti ristoratori hanno avuto richieste assurde da parte di questi lavoratori introvabili nella ristorazione che riguardavano il lavoro nero. Ovvero, era proprio il personale a richiedere il lavoro nero per non perdere l’RdC in caso di ri chiusura, facendo rischiare una chiusura imminente per irregolarità contrattuale e multe davvero salate! Tutto questo per non rischiare nuovamente di perdere tutto, in caso di cambiamenti dei colori delle zone!
Tutto ciò è dovuto all’incertezza delle riaperture delle attività ristorative a ciclo continuo: “E se dovesse tornare la zona rossa? Che faccio? Perdo nuovamente il lavoro e anche il reddito di cittadinanza?“… Questi e tanti altri dubbi, quelli dei lavoratori introvabili nella ristorazione.
La conclusione
Senza fare dell’erba tutto un fascio ed escludendo i casi “furbetti”, abbiamo da un lato, i ristoratori che sono alla ricerca continua di personale e dall’altra i lavoratori che chiedono garanzie, che purtroppo di questi tempi sono un quasi miraggio. Non tutti i ristoratori sottopagano e fanno lavorare in nero (anzi!) e non tutti i lavoratori percepiscono il Reddito di Cittadinanza e tanti lavoratori “introvabili” hanno già cominciato la stagione estiva in totale tranquillità e tanti altri sono alla ricerca di lavoro e non sono ancora stati “trovati” e assunti regolarmente, quindi, una volta per tutte smettiamola di fare una guerra contro i mulini a vento… Piuttosto, meno omertà e più denunce sanzionatorie e più mani sulla propria coscienza…